Storia

La Pinacoteca si forma grazie alla precisa volontà di alcuni benemeriti personaggi milanesi che intesero dotare la città di Milano di un proprio patrimonio d’arte. I testamenti di Fogliani-Marchesi (1861), di Innocenzo e Gian Giacomo Attendolo Bolognini (1863) e di Antonio Guasconi (1863-1865) sono i primi fondamentali atti a cui seguiranno per tutta la seconda metà dell’Ottocento continui doni, depositi e legati. La vicenda ufficiale della Pinacoteca prende avvio nel 1878 con l’inaugurazione del Museo Artistico Municipale nella sede del Salone dei pubblici Giardini, ma la sua vera storia inizia oltre un secolo fa, quando il patrimonio comunale viene trasferito nella prestigiosa sede del Castello Sforzesco e, il 10 maggio 1900, il Museo Archeologico e Artistico apre la visita al pubblico.

La collezione si arricchisce

Nel corso del Novecento la raccolta ha avuto continui incrementi grazie alle disposizioni liberali di numerosi cittadini. In particolari occasioni, la stessa Amministrazione ha deciso di stanziare somme rilevanti per conservare alla città patrimoni di importanza secolare (Raccolta Trivulzio, 1935) o per colmare, con acquisti mirati, assenze significative. Questa politica di consolidamento del proprio patrimonio ha avuto i suoi punti più alti in occasione della riapertura dei musei dopo la Seconda Guerra Mondiale (1956) e, di recente, con l’acquisto delle  vedute urbane di Canaletto (1995) e di Bellotto (1998). L’ultimo incremento si deve ad un collezionista, Amedeo Lia, che nel 2007 ha donato un quadro di devozione dal valore eccezionale, poiché tramanda la testimonianza iconografica del Castello Sforzesco dipinta da un allievo di Leonardo.