Vincenzo Foppa, Madonna del Libro
Vincenzo Foppa, Madonna del libro, tempera su tavola, 1475 circa (n. inv. 305)
Nel ricco legato destinato al Comune di Milano nel 1863 per volontà di Antonio Guasconi figura la piccola tavola che, con il soprannome di Madonna del libro, è diventata l’icona della Pinacoteca. Si è scelto questo quadro perché è una delle testimonianze più intense realizzate da Vincenzo Foppa, caposcuola indiscusso del Rinascimento in Lombardia. La Madonna e il Bambino emergono in modo perentorio da uno spazio che diventa reale grazie all’inganno della finta cornice; il libro aperto e tenuto di scorcio aumenta l’illusione della scena raffigurata. Su questo impianto di geometrica sapienza si innesta la qualità della materia pittorica, la scelta assai personale delle gamme grigio argentee e l’intensità espressiva delle figure modulata nel volto toccante della Madonna e in quello di Gesù Bambino che sembra prevedere il proprio destino. Le dimensioni del dipinto rivelano l’uso originale dell’immagine, probabilmente posta in un ambiente privato ad altezza d’uomo. Questa posizione permetteva di leggere l’iscrizione latina che corre lungo i tre lati della cornice, proponendo le parole iniziali della preghiera in onore dell’Immacolata Concezione secondo il dogma professato da papa Sisto V, elemento che consente di datare il dipinto non oltre il 1475.